Il 16 Ottobre 2024 sono state inasprite le norme italiane in materia di procreazione medicalmente assistita. Con 84 voti favorevoli, 58 contrari e nessun astenuto, il Senato ha difatti approvato le modifiche all’art. 12 co. 6 della legge n. 40/2004, sancendo la punibilità del reato di gestazione per altri anche se commesso all’estero da cittadini italiani. Il provvedimento è entrato in vigore il 3 dicembre 2024.
La maternità surrogata, anche conosciuta come “utero in affitto” o gestazione per altri, è da sempre oggetto di accesi dibattiti: da un lato sul piano giuridico – in relazione alla mercificazione del corpo o alla questione dell’esistenza di un diritto al figlio – dall’altro su quello etico, per via della possibile strumentalizzazione della donna, della confusione tra desiderio e diritto, e tra ciò che è tecnicamente possibile e ciò che è lecito.
Pertanto, non esiste una normativa univoca che disciplini questo argomento a livello internazionale, che viene regolato diversamente a seconda del Paese in cui ci si trova.
Maternità surrogata: di cosa si tratta?
La maternità surrogata è una tra le tecniche di procreazione assistita, nella quale una donna (la gestante) accetta di portare in grembo un concepito, di cui non sarà madre legale, per conto di terzi. Tale termine viene utilizzato sia nel caso in cui la gestante metta a disposizione il proprio utero dietro compenso, sia quando lo faccia a titolo gratuito.
La madre surrogata si impegna altresì a rinunciare a qualsiasi diritto sul bambino al momento della nascita: il neonato viene affidato sin da subito ai genitori committenti e, il rapporto di genitorialità legale viene quindi stabilito in favore di entrambi o del solo genitore intenzionale-genetico, a seconda delle normative locali applicabili. Si distingue tra maternità surrogata tradizionale e maternità surrogata gestazionale a seconda che l’ovocita fecondato (con seme del padre committente o di donatore di gameti maschili) appartenga rispettivamente alla madre surrogata o a una donatrice anonima (o più raramente alla madre intenzionale).
Quali Paesi ammettono la gestazione per altri?
La convenzione di Oviedo, ratificata da circa 30 Stati dell’Unione Europea, riconosce e consente la c.d. “gestazione solidale”, proibendo esclusivamente quella a scopo di lucro (art. 21 della Convenzione). In Europa, dunque, i Paesi che hanno legalizzato la gestazione per altri, lo hanno fatto esclusivamente nella versione gratuita e altruistico-solidale. È il caso, ad esempio, della Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Ungheria, Belgio e Danimarca, dove tale pratica è riconosciuta in favore di single e coppie residenti, in forma gratuita con previsione di un solo rimborso delle spese sostenute.
In Portogallo, invece, è ammessa come ultima risorsa in caso di gravi problemi di salute, mentre in Grecia è riconosciuta dal 2002, in forma gratuita.
Nel resto del mondo si riscontrano realtà molto diverse, alcuni Paesi adottano un modello simile a quello europeo (Australia, Brasile, alcune zone degli Stati Uniti), mentre altri consentono la maternità surrogata anche a fini di lucro. È il caso di Sudafrica, Russia, alcune aree degli USA, Ucraina e altri.
Lo scenario italiano
L’Italia ha storicamente adottato una posizione rigida nei confronti della maternità surrogata, e tale approccio si è ulteriormente irrigidito con le modifiche normative introdotte nel 2024.
Difatti, la legge Italiana, con la l. 40/2004 art. 12, comma 6, rendeva già impossibile ricorrere alla gestazione per altri nel territorio nazionale, punendo con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.
Ma con l’introduzione della legge n.169/2024 del 16 ottobre 2024, che aggiunge un’ulteriore sezione al periodo sopracitato, viene vietato ai cittadini italiani non solo di ricorrere a tale procedura all’interno del territorio nazionale, ma anche all’estero. Tale modifica introduce infatti il seguente paragrafo: “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”.
Di fatto, viene esclusa ogni possibilità per i cittadini italiani di accedere alla maternità surrogata, anche al di fuori dei confini nazionali.
Conclusioni
L’introduzione della legge n. 169/2024 rappresenta un ulteriore inasprimento delle norme italiane sulla gestazione per altri, estendendone la portata anche oltre i confini nazionali. Si accentua così il contrasto tra l’Italia e i Paesi che, pur con vari limiti, consentono questa pratica.
Resta aperto il dibattito sulle implicazioni etiche, giuridiche e sociali di tale scelta, in un contesto internazionale sempre più frammentato e complesso.