Dopo la terribile vicenda della bambina palermitana, che si è tristemente tolta la vita eseguendo la “Black Out Challenge”, un’assurda competizione diffusasi a macchia d’olio su Tik Tok, il social network rivelazione del periodo pandemico, l’Autorità italiana Garante per la protezione dei dati personali ha richiamato all’ordine le Piattaforme digitali affollate da giovani utenti e ha promosso un’azione congiunta europea di contrasto all’accesso inconsapevole di giovani e giovanissimi a piattaforme digitali di condivisione e interazione.
Con specifico riferimento al predetto Social Network, il Garante Privacy, per ovviare alle profonde carenze strutturali della Piattaforma nel controllo sull’anagrafica dei suoi utenti, ha disposto il blocco all’accesso al social per tutti gli utenti di cui non è accertata l’età.
Invero, già nel dicembre scorso l’Autorità aveva contestato alla Piattaforme creata in Cina una serie di gravi violazioni della normativa vigente in materia di riservatezza dei dati personali. L’Autorità, infatti, aveva ravvisato nell’attività di trattamento dei dati, una generale inadeguatezza vista la scarsa attenzione alla tutela dei minori, poiché il divieto di accesso ai soggetti infra-tredicenni, previsto dalla stessa piattaforma, poteva essere facilmente aggirato, oltre ad una generale opacità e scarsa chiarezza nell’informativa resa dagli utenti, e ad un uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy.
L’Autorità ha quindi vietato a Tik Tok, con provvedimento del 22 gennaio 2021, avente efficacia fino al 15 febbraio, l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti “per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico”.
Il provvedimento di blocco, nel frattanto, sarà portato all’attenzione anche dell’Autorità competente Irlandese, ove il Social Network, così come tanti altri colossi dell’imprenditoria digitale, hanno la propria sede principale nel vecchio Continente.
Senza dubbio, la decisione del Garante della Privacy italiano si mostra ricca di spunti e implicazioni, dimostrando sempre più la crescente attenzione da parte delle autorità di controllo in relazione al rispetto dei principi di trasparenza, privacy by design (preoccuparsi della questione privacy fin dalla progettazione dell’attività e/o del bene reso) e by default (la tutela privacy come uno degli aspetti predefiniti dell’attività o del bene) nelle attività di trattamento dei dati personali inerenti ai minori. Inoltre, ha acceso i riflettori sul problema dei rimedi che, tali piattaforme potrebbero utilizzare per l’identificazione e il controllo dell’età degli utenti, al fine di garantire le condizioni richieste per il consenso dei minori.
Difatti, si tratta di una falla insita in tutti i social contemporanei, che condividono il problema della mancanza di meccanismi idonei a garantire una ragionevole certezza sull’età dei propri utenti.
Dal canto suo, la Società interessata ha avviato dal 4 febbraio una campagna informativa, sia sull’app che su altri canali, circa la necessità di adeguare i profili con anagrafica insufficiente, concedendo termine per provvedere fino al prossimo 9 febbraio. In difetto, Tik Tok bloccherà tutti gli utenti italiani e chiederà di indicare di nuovo la data di nascita prima di continuare ad utilizzare l’app. Una volta identificato un utente al di sotto dei 13 anni, il suo account verrà rimosso.
In aggiunta, la stessa Società ha fatto sapere che sta seriamente valutando l’opportunità di adottare tecnologie di intelligenza artificiale per rafforzare i controlli, sia all’ingresso che periodici.