Spiaggia che vai, divieto che trovi: al giorno d’oggi per andare al mare, non basta più munirsi di crema ed asciugamano, ma è necessario porre adeguata attenzione alle norme ed ai divieti che, ogni anno, spuntano sui litorali italiani, per evitare multe salate.
- Il primo no riguarda i massaggi in spiaggia, fatti da terapisti improvvisati. A tal proposito, infatti, il Ministero della Salute, a partire dal 2008, ha emanato una serie di ordinanze che vietano l’offerta di massaggi da parte di soggetti ambulanti lungo i litorali marini, lacustri e fluviali, nonché nelle vicinanze degli stessi, al fine di prevenire eventuali danni alla salute, a partire da infezioni dermatologiche, derivanti dall’uso di unguenti ed oli, ma anche tutti i problemi articolari, muscolari o neurologici, che potrebbero insorgere considerando l’inesperienza e la mancanza di professionalità dei coloro che applicano tali pratiche. A fare rispettare il divieto dovranno essere i sindaci dei Comuni marittimi, in collaborazione con le ASL locali, mentre spetterà ai gestori degli stabilimenti balneari segnalare qualunque violazione alle autorità competenti.
- Vietati da tempo anche gli acquisti dagli ambulanti, pena la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 fino a 7.000 euro.
- In molte località, inoltre, è vietato piazzare sugli scogli o in prossimità del bagnasciuga canne da pesca, al fine di tutelare i bagnanti, salvo in orari serali o mattutini.
- E’ altresì fatto divieto di accendere i falò in spiaggia, così come di accamparsi in riva al mare. Piantare la propria tenda per trascorrere qualche notte al chiaro di luna, costituisce infatti un’abusiva occupazione del suolo pubblico e, come tale, viene punita in molti comuni con sanzioni che arrivano addirittura ai 500 euro.
- Oramai risaputo è che non si possa fumare in spiaggia: divieto in vigore in molte località italiane, prime fra tutte Bibione, che ha bandito la sigaretta lungo tutti gli otto km di costa e per tutta la sua larghezza, e Cabras, che ha vietato fino al 2021 di fumare in spiaggia se non ci si munisce di posacenere in cui gettare i mozziconi, con multe fino a 500 euro per i trasgressori.
- Oltre il tramonto del sole, guai in vista per chi si ostina a lasciare sulle spiagge libere ombrelloni, sedie, sdraio, tende, natanti o altre attrezzature comunque denominate. Il divieto, ormai scattato in molti Comuni del litorale, è volto a contrastare l’abitudine tutta italiana di lasciare l’ombrellone al calar del sole vicino al bagnasciuga per conservare il “posto in prima fila” per il giorno successivo. Sono già stati avviati i controlli a tappeto con conseguente rimozione coattiva e senza formalità degli oggetti lasciati incustoditi sull’arenile o in zone limitrofe (ad esempio agganciati ad alberi o pali). Ai trasgressori si applicheranno sanzioni amministrative, che possono arrivare a diverse centinaia di euro.
- Come ogni estate, inoltre, sono scattati puntuali i divieti di balneazione nei tratti costieri a ridosso di foci di fiumi, canalizzatori di scarichi fognari. All’esito di controlli periodici, infatti, i tratti di litorale in cui risultino livelli di inquinamento superiori alla soglia consentita vengono inibiti alla balneazione, da un lato tutelando i bagnanti, dall’altro, creando non pochi disagi agli stessi e soprattutto ai gestori degli stabilimenti balneari adiacenti alle aree interessati dalla misura preventiva.
- In molte zone persiste il divieto di portare animali in spiaggia, ma in diverse località, per contro, sono state predisposte apposite aree, adeguatamente adibite, in cui gli animali domestici, cani in particolare, possono godersi la compagnia del padrone in riva al mare. Naturalmente, proprio questi comuni si rivelano i più intransigenti sulle trasgressioni, con multe fino a 200 euro per i proprietari che lasciano fare il bagno in mare ai cani nei luoghi non consentiti. La sanzione viene inoltre estesa ai bagnini, per il mancato controllo, con sanzioni che vanno da 1.000 a 3.000 euro.
- Il divieto dell’anno riguarda però un vero e proprio problema globale. Tutti i comuni italiani, senza esclusioni di sorta, hanno dichiarato guerra alla plastica! Dopo la ricerca pubblicata dall’Istituto di scienze marine del Cnr di Genova, dall’Università politecnica delle Marche e da Greenpeace Italia, che ha evidenziato la presenza nel Mediterraneo di livelli di micro plastiche paragonabili a quelli dei vortici che si formano nel Pacifico, niente più piatti, bicchieri, coltelli e forchette, ma solo materiali biodegradabili.
Tra tutti i divieti vecchi e nuovi in vigore sulle coste italiane, non resta allora che vivere l’estate prestando attenzione a non violare alcuna prescrizione, per scongiurare il pericolo di essere multati.
Dunque, occhio ai divieti e ……. buone vacanze!