Il 1° settembre entrerà in vigore il nuovo Decreto Legislativo 87/2024. Questa innovazione legislativa si propone di correggere varie storture nel mondo del diritto tributario e, in particolar modo, alla razionalizzazione del sistema sanzionatorio penale. Sarà davvero sufficiente? In questo articolo analizzeremo le novità introdotte e il possibile impatto della nuova disciplina.
IL RISCHIO DI DOPPIA SANZIONE
In Italia, quando si commettono reati fiscali, si rischia di essere puniti sia con pene detentive sia con sanzioni pecuniarie, che possono raggiungere fino al 240% dell’importo non pagato. La situazione è ancora più complicata per le aziende, perché oltre alle multe già previste, si aggiungono anche le sanzioni del Decreto Legislativo 231/2001.
Il problema della doppia sanzione è stato un tema importante in Europa, dove si è sottolineato che deve esserci un legame chiaro tra i due procedimenti e che non deve passare troppo tempo tra uno e l’altro. “Le corti europee hanno inoltre sottolineato che la seconda sanzione deve essere proporzionata alla prima.
UNA SINGOLARE SOLUZIONE
Per evitare che le società siano punite due volte, la Procura di Milano ha iniziato ad archiviare i casi per le aziende che, dopo aver commesso reati fiscali, hanno fatto il possibile per rimediare, risarcendo il danno causato e adottando – o implementando – i Modelli di Organizzazione e Gestione prevista dal Decreto Legislativo 231 del 2001. I procuratori, infatti, ritengono che avviare un nuovo procedimento e rischiare una nuova sanzione sia ingiusto, soprattutto se l’ente ha già riparato il danno.
IL NUOVO ARTICOLO 21-TER
Questo non è sfuggito all’occhio del legislatore che, con la Legge Delega del 9 agosto 2023, n.111 incaricava il Governo di operare un’importante riforma del sistema sanzionatorio, sia fiscale che penale.
In particolar modo, l’art. 20 si proponeva di razionalizzare e coordinare i diversi tipi di sanzioni previste, anche alla luce del divieto di doppio giudizio stabilito dall’art. 649 del codice di procedura penale. Questa razionalizzazione sembra essersi realizzata attraverso l’introduzione dell’articolo 21-ter al Decreto Legislativo 74/2000, che impone all’autorità di tenere in considerazione delle pene già erogate.
UNA SOLUZIONE DAVVERO EFFICACE?
Questo meccanismo compensatorio non è nuovo nell’ordinamento italiano. Infatti, una soluzione analoga era già stata prevista per i reati in materia finanziaria, per cui l’autorità giudiziaria deve tenere conto della pena già erogata da altre autorità.
Purtroppo, è ancora troppo presto per conoscere l’effettiva portata ed efficacia della modifica normativa, entrata in vigore appena due mesi fa. Tuttavia, basandosi sulle risultanze emerse dalla disciplina prevista dal Testo Unico della Finanza, questa tecnica risulta essere poco valida a contrastare la questione della doppia imposizione, che rimane, anche in tale contesto, un problema.