Vi siete mai chiesti fino a che punto un proprietario di un impianto sportivo possa essere ritenuto responsabile per gli incidenti che avvengono durante le attività sportive non professionistiche? Che si tratti di una pista da motocross, di una palestra o di una pista da sci alpino, è legittimo interrogarsi se il gestore di queste strutture possa essere ritenuto responsabile ogni qualvolta un atleta o un utente si infortuni. Recentemente, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione fondamentale, offrendo importanti spunti di riflessione sul tema e chiarendo alcuni aspetti cruciali della responsabilità dei proprietari di impianti sportivi.
LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Nel caso riguardante un Crossodromo e il grave incidente avvenuto lì nel 2007, la Corte di Cassazione, con il provvedimento n. 17942 del 28/06/2024, ha stabilito un principio chiaro in merito alla responsabilità dei gestori di impianti sportivi. Sebbene il Crossodromo fosse stato inizialmente condannato a risarcire il motociclista infortunato, la Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello di rigettare la richiesta dell’attore, stabilendo che l’incidente fosse dovuto a un caso fortuito. Tale verdetto sancisce che i custodi di impianti sportivi non sono automaticamente responsabili per ogni infortunio, a meno che non vi siano prove di negligenza o gravi difetti strutturali a loro imputabili.
La Cassazione ha quindi definito i confini della responsabilità dei proprietari di impianti sportivi, fornendo una guida cruciale su quando possano essere ritenuti responsabili e quando, invece, il rischio sia attribuibile a fattori imprevedibili e ‘atipici’ dell’attività svolta (Cass. n. 16223/2022).
QUANDO IL PROPRIETARIO DELL’IMPIANTO SPORTIVO È ESENTE DA RESPONSABILITA’?
Ci si potrebbe chiedere se la presenza di ostacoli naturali, come sassi o un fondo ghiacciato, possa essere considerata una negligenza da parte del proprietario di una pista da motocross. La Cassazione ha risposto con chiarezza: no, tali circostanze non possono essere considerate cause di responsabilità in senso stretto. Questo perché il motocross è uno sport intrinsecamente pericoloso, in cui certe condizioni possono essere considerate normali e prevedibili.
Inoltre, i regolamenti sportivi stabiliscono solo l’obbligo per i custodi della pista di rimuovere opere, manufatti o altre installazioni considerate “atipiche” per una pista da motocross. In questo caso, il regolamento della Federazione Motociclistica Italiana (FMI) stabilisce i requisiti per l’omologazione delle piste, ma non prevede un obbligo di manutenzione totale. Ciò significa che non è richiesto un livello di sicurezza tale da eliminare ogni possibile rischio connesso alla pratica del motocross.
QUANDO SI PUO’ PARLARE DI CASO FORTUITO?
La Cassazione ha ribadito che il caso fortuito può escludere la responsabilità del custode. Un evento è considerato fortuito quando è oggettivamente imprevedibile e inevitabile. Se l’incidente è causato da fattori normali e prevedibili legati al motocross, la responsabilità del gestore non può essere automaticamente attribuita. La Corte ha sottolineato che la responsabilità del custode è esclusa quando il danno è provocato da condizioni che rientrano nel normale rischio accettato dallo sportivo.
IN CHE MISURA L’ATLETA ACCETTA I RISCHI DELLO SPORT?
Nel motocross, il rischio di lesioni è parte integrante dell’attività, e gli atleti lo accettano consapevolmente quando partecipano. La Cassazione ha chiarito che tale accettazione riduce la responsabilità del gestore della pista, specialmente quando il rischio derivante dalle condizioni della pista è considerato normale per il tipo di sport praticato
Conclusioni
La recente decisione della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sui limiti della responsabilità dei gestori di impianti sportivi. La sentenza chiarisce che la responsabilità non può essere automaticamente attribuita ai proprietari di piste da motocross per eventi normali e prevedibili. Questa distinzione è cruciale per determinare quando un gestore possa essere ritenuto responsabile e quando, invece, sia esonerato da responsabilità.